(dueperdue)per due
atto pubblico di Partitura Privata

Uno spazio ristretto.

Qualcosa da portare in una mano.

Un gioco/oggetto meccanico e costruito per funzionare.

2 soggetti-oggetto si esibiscono.

Un ring, una vetrina, un podio, un cubo ad evidenziare questa dimensione.

Due bamboline moderne.

Bamboline da bancarella, femminilità di plastica, sensualità grottesca.

Una base tecno da giocattolino cinese che sembra sul punto di evolvere e sorprendere ma che rimane monotona, banale.

Luci da serata danzante, da oratorio parrocchiale.

Il gesto è fine a se stesso. Meccanico per abitudine d’ esecuzione. Superficiale nell’ espressività.

L’ attenzione è tutta rivolta all’ esterno.

 

“Io sono la nuvola. Io sono il fulmine. Io sono l’arcobaleno. Io sono una bambina deliziosa.”   (Dino Buzzati, “Un amore”)

Questo nuovo studio è un proseguimento ideale nella ricerca intrapresa con “Partitura privata”, lavoro breve realizzato nel 2008. L’idea è nata da un’occasione: il riadattamento di un frame dello spettacolo su un tavolo da lavoro delle Manifatture Knos (Lecce). Se in “Partitura privata” le due figure femminili che abitano la scena sono fortemente concentrate sul proprio mondo interiore, tese a coinvolgere in maniera indiretta ma accecante il pubblico in una dimensione di profonda intimità, in “(dueperdue)perdue” sono due involucri vuoti. Pura apparenza, giochi di sguardi di due quasi-automi belli e felici per convenzione. Se in “Partitura privata” lo spazio teatrale si trasforma in una stanza privata dai confini labili, pronti ad estendersi oltre il limite della spazio della rappresentazione, in “(dueperdue)perdue” uno spazio ristretto è il luogo su cui troneggia l’esibizione.

Materiale scaricabile:
- Piano Luci

Ideazione e danza: Francesca Giglio, Maristella Tanzi
Progetto sonoro: Adolfo La Volpe
Luci e allestimento: Carlo Quartararo
Produzione: QuaLiBò/Teatro Comunale di Ruvo di Puglia/Residenze Teatrali in Puglia